Via Roncole Verdi n.136, 43100 Madonna dei Prati – Parma (PR)
Telefono: +39 0524 92569
E-mail: campanini@culatelloandwine.com
Sito: www.culatelloandwine.com
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I Prati della Colombarola, col tempo diventati Madonna dei Prati, non avevano altra rinomanza se non quella derivata dalle pratiche religiose che si tenevano attorno alla chiesa e che richiamavano periodicamente turbe di fedeli. La zona rimase pertanto con le stesse caratteristiche di estensione immensa di verdi prati ancora per oltre 200 anni dopo la costruzione del Santuario della Madonna dei Prati. Vi erano soltanto tre o quattro poderi (Colombarola, Servi, Cascina, Separata che in dialetto è detta “Sparà”) ma nessun’altra struttura civile. Fu così che Don Leto Bocelli, Rettore dell’Oratorio dal 1909 al 1916, dopo una favorevole esperienza fatta nel 1910 in occasione di un pellegrinaggio di oltre 200 persone da Borgo San Donnino, tutte ospitate sotto il porticato che allora esisteva, e tutte rifocillate con un servizio di ristoro espletato dall’Egregio Sig. ex Colonnello Claudio Ronchino del Caffè Centrale di Busseto, ritenne giunto il momento di istituire un punto di ristoro presso la chiesa. Egli destinò a questo uso il già detto portico, e alla fine dei lavori, il ristorante si presentava come appare nella vecchia foto ripresa da una cartolina dell’epoca. Venne inaugurato il 07/05/1911. La conduzione fu affidata al Sig. Oristodemo Oppici, padre di Ugo cui va riconosciuto il merito – come diremo anche più avanti – di aver introdotto la “torta fritta” fra le specialità di richiamo della nostra zona ( sino ad allora la si faceva solo in casa e saltuariamente). Il contratto, della durata di tre anni, fu disdetto alla scadenza. Sembra che il gestore non avesse mantenuto fede ai doveri contrattuali, specie in relazione agli obblighi imposti dalla serietà del luogo, sacro alle pratiche religiose piuttosto che ai piaceri del bere.
L’11/05/1915 Oppici fu invitato ad andarsene, ma rimase sin verso Novembre. E quando lasciò, non fu per smettere l’attività bensì per continuarla, con i figli, in un modesto locale costruito a poche decine di metri. Lì cominciò a farsi le ossa il figlio Ugo aiutato dalla “Giulieta” Paraffini detta “la nera” e da lì cominciò a sorgere il nucleo di case che costituisce oggi il “Centro” di Madonna dei Prati. Un tentativo promosso da Don Urlati di fare elevare la località al rango di Frazione per avere il cimitero, la scuola e il telefono, rimase in discussione per diversi anni, ma non poté concretizzarsi in tutto per la sopravvenuta diminuzione della popolazione. Comunque qualcosa è arrivato : le scuole, inaugurate il 30/10/1954 ma , ahimè richiuse dopo pochi anni, e il telefono. Ora resta solo quest’ultimo nella “Trattoria dei Prati” costruita come ultimo atto a Madonna dei Prati da Ugo Oppici prima di andarsene al Coduro e a Busseto lasciando la gestione dell’esercizio a Mario Pancini. A questi successe Romano Campanini, nipote di Ugo Oppici, ed ora la sua famiglia. Turivia in testa : ne guida le sorti. E’ appunto con i Campanini che Ugo Oppici diede impulso e aprì le porta per la penetrazione della “torta fritta” nei ristoranti della Bassa Parmense. Oggi la Trattoria Campanini rinnova la tradizione e prosegue il cammino storico della gastronomia di Madonna dei Prati. La gestione è affidata alla famiglia Campanini la quale offre alla propria clientela, piatti tipici della zona, naturalmente arricchiti dalla costante presenza nel menù del famoso Culatello di Zibello, di cui è anche uno dei soci del Consorzio di Tutela, dalla “torta fritta”, realizzata secondo le antiche tradizioni della zona, e dal buon vino prodotto dai vigneti della Bassa Parmense. La Trattoria Campanini vi offre in uno spazio di 60 coperti circa, menù tradizionali con una scelta fra piatti tipici della zona. Durante il periodo di lavorazione del Culatello di Zibello DOP, si potrà visitare il laboratorio con visita guidata anche nei luoghi di stagionatura. A fianco della Trattoria si potranno acquistare prodotti della zona (Culatello, Spalla Cotta e altri salumi, oltre a vini caratteristici della zona e Parmigiano Reggiano) nella rivendita omonima.